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All'età di dieci anni andavo a scuola con la chiave di casa, perché
tornavo prima dei miei genitori, che a volte lavoravano fino a tardi.
Una sera d'inverno, arrivato davanti alla porta di casa, cercai la chiave
senza trovarla. La casa era isolata. Scendeva la notte. Non avevo la chiave.
Aspettai davanti alla porta. Un'ora, due ore, tre ore. I miei genitori
non tornavano. Iniziai a pensare che non sarebbero mai più tornati. Mi
misi a piangere. Mi sentivo molto solo, abbandonato, esiliato, sventurato.
Alla fine arrivarono i miei genitori. "Perché piangi? mi chiesero; siccome
abbiamo visto che avevi dimenticato la chiave, abbiamo lasciato apposta
la porta aperta". Spinsi la porta. Era aperta. Non mi era nemmeno passato
per la testa di provare ad aprirla senza la chiave.
Volevo raccontarti questa storia prima di cominciare, per dirti che so
che tu non hai la chiave. Nessuno l'ha mai avuta. La chiave non serve.
La porta è aperta. Entra in casa tua.
Pierre Lévy, Il fuoco liberatore,
Luca Sossella Editore, Roma, 2000
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